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Ioannis Pascoli Carmina

Poesie latine di Giovanni Pascoli

Sunti 6

POEMATIA ET EPIGRAMMATA – POESIE MINORI

I. Apelles post tabulam latens (1892)
Apelle dietro il quadro
Senari giambici

Dedicato a Giovanni Cornelio Gerardo Hoot, uno dei giudici della gara hoeufftiana. Esprime la sua trepidazione per aver inviato il poemetto Gladiatores in persona del pittore Apelle, di cui si dice che, esponendo un suo quadro al pubblico per la prima volta, vi si nascondesse dietro per ascoltare le critiche dei passanti.


II. Crepereia Tryphaena (1893)
Crepereia Trifena
Strofe saffica

Il poeta immagina di assistere alla scoperta, avvenuta nel 1899, di un sarcofago romano contenente ancora il corpo di una giovinetta. L’indomani eseguirà i riti propiziatori ai Lèmuri, gli spiriti dei morti. Rievoca la cerimonia funebre per la giovinetta, e gli sembra di rivivere l’amore del promesso sposo Fileto.


III. Gallus Moriens (1893)
Il Gallo morente
Strofe alcaica

Il poemetto è ispirato dalla famosa statua dei Musei Capitolini. Il Pascoli immagina che la notizia della morte del Gallo in terre lontane varchi, con un grido ripetuto, monti e valli, fino ad arrivare alle oscure foreste, dove sarà intesa da contadini e pastori, dai Druidi e dalle fanciulle intorno al fuoco. Viene rievocato il costume dei Galli di minacciare l’Oceano in tempesta con le armi; ma un Oceano più cupo sta avvolgendo il guerriero morente.


IV. Iani Nemorini Silvula (s. d.)
Poesie di Giano nemorino
Una piccola raccolta (silvula) di poesie dedicate a Ermenegildo Pistelli e ad altri amici del poeta.
  1. (Quartine di asclepiadei minori). Immagina che dopo la sua morte fanciulli e fanciulle cercheranno la sua tomba; allora risuonerà ancora il suo canto.
  2. (Strofe asclepiadea prima). La sua vocazione è cantare la dolcezza della natura, non atterrire con squilli di guerra gli uomini.
  3. (Quartine formate da due distici asclepiadei). Non ama il fragore della folla e della città, ma la quiete dei campi, la semplice amicizia, il ricordo dei cari.
  4. (Strofe asclepiadea seconda). Vedrà mai il poeta i luoghi cari ad Orazio? No, ma ugualmente può seguirlo nel suo vagare per la campagna, e sentire la sua voce che lo invita a non cercare grandezze.
  5. (Quartine di asclepiadei maggiori). Nei poemetti latini egli rievoca l’antica vita, rivede Roma, il foro, i templi, i trionfi; ma piange al pensiero di tante sofferenze, di tante fanciulle in catene.

V. Mons Titan (1894)
Il Monte Titano
Strofe alcaica

Saluto al monte di San Marino.


VI. Coloni Africi (1901)
Coloni d’Africa
Inviato al concorso di Amsterdam insieme al Centurio, non ebbe nessun premio.
Strofe alcaica

Lamento dei Boeri cacciati dagli Inglesi dalle loro case in sud Africa.


VII. Ad Victorem Regem (1911)
A Re Vittorio
Strofe alcaica

Si celebra l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II in Roma.


VIII. Margarethae Sabaudae Italorum Reginae (1898)
A Margherita di Savoia Regina d’Italia (Alfredo Bacchelli)
Strofe saffica

Traduzione di una poesia di Alfredo Baccelli che celebra l’ascensione della Regina sul Monte Rosa.


IX. XI Kal. Maias (1894 - 1895)
Due quartine e due terzine di esametri dattilici
Il 21 di aprile
Sonetto

«Un esercizio di prosodia e metrica» (Antico Sempre nuovo, Milano, Mondadori, Prose I, pp.612 sgg.). Un sonetto, in italiano e in latino, sulla fondazione di Roma.


X. Ad externos ephemeridum scriptores (1899)
Ai giornalisti stranieri
Strofe alcaica

I giornalisti convenuti a Roma da ogni parte del mondo non sono stranieri, ma ospiti; qui è il tempio di Vesta, dea della fraternità e del progresso del genere umano.


XI. Ad sodales Melitenses (1902)
Ai compagni di Malta [trad. di Giovanni Pascoli]
Strofe alcaica

Saluta gli studenti di Malta in visita all’Università di Messina.


XII. Corda Fratres (1902)
Corda Fratres [trad. di Giovanni Pascoli]
Strofe alcaica

Scritto per la «Federazione internazionale degli studenti».


XIII. Sermo (1895)
Sermone [trad. di Giovanni Pascoli]
Endecasillabi

Dedicato alle popolazioni di Calabria e Sicilia colpite dal terremoto del 1894. Nei versi 524-531 c’è un richiamo alla poesia I due fanciulli.


XIV. Ad hospites (1899)
Gli ospiti
Distici elegiaci

Dedicato ad un gruppo di giornalisti stranieri in visita a Messina; allude al fenomeno della «Fata Morgana».


XV. Ad Fridericum Balsimelli (1892)
A Federico Balsimelli
Sistema distico archilocheo primo

Dedica una copia del Veianius al parroco di San Mauro in Romagna che andò a prendere il poeta fanciullo e i fratelli al collegio degli Scolopi dopo l’uccisione del padre.


XVI. Ad Gasparem Finalium hospitem paternum (1892)
A Gaspare Finali amico paterno
Strofe alcaica

Di nuovo una dedica del Veianius, con altre allusioni alla tragedia familiare del Pascoli.


XVII. Mater (1893)
Mamma
Periodi decametrici di ionici a minore (cfr. Orazio Odi III, 12)

Non riesce più ad entrare in chiesa a pregare, senza il conforto della madre.


XVIII. Precatio (circiter 1893)
Preghiera
Distici elegiaci

Chiede a Dio che possano tornare vicino a lui le ombre lievi del padre e della madre.


XIX. Ad Ianum Crescentium (1885)
A Crescentino Giannini
Distici elegiaci

Dedicato al preside del liceo di Massa, dove il Pascoli insegnava latino e greco.


XX. Ioannes Pascoli Michaeliangelio collegae (1897)
Al collega L. A. Michelangeli
Distici elegiaci

Dedicato al professor Luigi Alessandro Michelangeli dell’Università di Messina, autore di un’edizione dei lirici greci.


XXI. Ad Antonium Restorium (1902)
Ad Antonio Restori
Distici elegiaci

Dedica i due libri di critica dantesca Sotto il velame e La mirabile visione ad Antonio Restori, professore di lingue e letterature neolatine all’Università di Messina.


XXII. Ad Pimpium (1904)
Al Pimpi
Strofe alcaica

Dedicata a Massimiliano Corcos, detto il Pimpi, figlio del pittore Vittorio Matteo Corcos, per esortarlo allo studio della lingua latina.


XXIII. Hypothece Euripidis ad Antonomasian (1874)
Consiglio di Euripide ad Antonio Masi
Senari giambici

Traduce un frammento dell’Enomao di Euripide per Antonio Masi, suo allievo al Liceo di Livorno.


XXIV. Ad dulcem amiculum Antonomasian (1874)
Al caro giovane amico Antonio Masi
Strofe saffica

Il poeta, che non ha figli, dedica la sua poesia a questo figlio spirituale.


XXV. O domus (1900)
Casa

Traduzione di una poesia di Adolfo de Bosis sulle gioie domestiche.


XXVI. Ad Mariam sororem (circiter 1893, ut videtur)
Alla sorella Maria
XXVII. Ad Mariam sororem de grammatica graeca (circiter 1892)
Alla sorella Maria. La grammatica greca
Distici elegiaci

Incoraggia la sorella agli studi classici. Il secondo epigramma ha una prima versione in greco di stile omerico.

XXVIII. Elegion (circiter 1892)
Il distico elegiaco (da Schiller)
XXIX. Ad I. L. de sylloge carminum quae inscribitur Myricae (1891)
A Giuseppe Lasca mandandogli il poemetto delle «Myricae»
XXX. De Myricis (circiter 1892)
Le Myricae
XXXI. Adversariis inscriptum (circiter 1892)
Sopra un taccuino
Distici elegiaci

Brevi epigrammi di argomento letterario.

XXXII. Ad divinum puerum ( 1897)
Al divino fanciullo
Distico elegiaco

Prega di poter cantare ai fanciulli

XXXIII. Mariae sorori Iohannes (1911)
Alla sorella Maria Giovanni
Distico elegiaco

Sui propri dolori


XXXIV. Ad Leonem XIII Pontificem maximum (1892)
A Leone XIII sommo Pontefice
Strofe saffica

Dedica al papa una copia del Veianio.


XXXV. Ad I. B. Georginium (1902)
A G. B. Giorgini
XXXVI. Ad eundem (1905)
Allo stesso
Distici elegiaci, come i seguenti fino al LVII

Dediche del Centurio e del Fanum Apollinis.

XXXVII. Ad I. I. Hartman (1906)
A G. G. Hartman

Giovanni Pascoli, premiato con la medaglia d’oro per il Fanum Apollinis, così scrive all’Hartmann che ebbe la magna laus per tre suoi poemi.

XXXVIII. Ad Gasparem Finalium (1911)
A Gaspare Finali
XXXIX. Ad Tancredum Maiolium (1911)
A Tancredi Majoli

Dediche della Pomponia Graecina.

XL. Ad Aloisium Pietrobono (1906)
A Luigi Pietrobono

Dedica del Giugurta.

XLI. Ad Aloisium Siciliani (1906)
A Luigi Siciliani

Dedica della Cena in Caudiano Nervae.

XLII. Ad Clementillam Marcovigiam (1906)
A Clementina Marcovigni

Dedica del Paedagogium.

XLIII. Ad eandem (post 1906)
Alla stessa
XLIV. Ad Fr. X. Reussum (1902)
A Fr. S. Reuss
XLV. Ad Peregrinum Puccinellium sacerdotem (1906)
Al sacerdote Pellegrino Puccinelli
XLVI. Augusto Murrio servatori (1907)
Ad Augusto Murri salvatore
XLVII. In nuptiis Carducciae et Gnaccarini (1887)
Per le nozze Carducci-Gnaccarini
XLVIII. In nuptiis Zanichelliae et Pantanelli (1910)
Per le nozze Zanichelli-Pantanelli
XLIX. Ad Iosephillam Rava (1911)
A Giuseppina Rava

Vari epigrammi augurali.


L. Pro Bibliotheca Taurinensi (1906)
Per la biblioteca di Torino
Questo e i successivi brevi epigrammi, fino al LVII, sono in distici elegiaci.

Inciso sopra un bassorilievo.

LI. Basilica Ostiensis (1908)
Basilica ostiense

Per il restauro della Basilica distrutta da un incendio nel 1823.

LII. Aemilia (1911)
Emilia
LIII. Roma (1911)
Roma
LIV. Gloria (1910)
Gloria

Vari distici celebrativi.

LV. Petro Angelio Bargaeo (1896)
A Pietro Angelio Bargeo

Per il poeta Pietro degli Angeli (1517-1596).

LVI. Charitas (1902)
Carità
LVII. Vidua (1907)
La vedova

Altri distici celebrativi.

LVIII. Vox aerea (1897)
Voce di bronzo
Trimetri giambici

Per la campana del Palazzo dei Dogi a Genova.


LIX. Villa (1901)
La villa
Distici elegiaci, come i seguenti fino al LXII.

Vari tentativi per un ignoto committente torinese.


LX. Convivium (circiter 1892, ut videtur)
Banchetto
Distico elegiaco, come i due seguenti.

Il banchetto della vita.

LXI. De morte Placidi consobrini (1894)
Per la morte del cugino Placido

Un gioco di parole su umbra che in latino può significare colui che, non invitato, viene a cena seguendo altra persona.

LXII. Aurum defossum (1892)
L’oro interrato

Per una medaglia.

LXIII. Thesaurus (post 1905 minimum triennium)
Il tesoro
Esametro, come il successivo.

Per «un bugno d’api dentro un vecchio muro» (Maria).

LXIV. Monostichum de vi electrica (1911)
L’elettricità

Per il telegrafo.


LXV. Pomposia (1910)
Pomposa

«Iscrizione in versi leonini posta nella Badia di Pomposa in onore di Guido Monaco» (Pistelli).


LXVI. Οἰνώτριος (poco dopo il 1887)
Enotrio
Distici elegiaci.

«....epigramma greco che, nell’intenzione del Pascoli, doveva essere inciso sopra una lapide da murarsi nella sala d’una trattoria popolare livornese nella quale si riunivano spesso letterati, artisti e giornalisti livornesi, o di passaggio, e dove il Carducci [Oenotrios] fu invitato, e lesse alcune poesie...» P. Micheli, Rassegna, 1919, n. 1-2. p. 42


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