[Testo originale del carme tradotto in latino col titolo Margarethae Sabaudae Italorum Reginae]
Il vento romba in maestosa voce, | 365 |
e con ruote di neve si dibatte contro l’alte pareti, ove son gli erti, bianchi deserti. Irrigidita nel ghiacciato manto, | |
l’eccelsa vetta da un oceano immenso | 370 |
di globee nubi solitaria s’erge e in ciel s’immerge. Sola nel cielo sta l’isola nuova, cui lambon muti i nubilosi flutti: | |
e col ciel parla, e dal suo ciel riceve | 375 |
raggi la neve.
O crasse nebbie, che di scialbe strisce il pian coprite insino al terso giro dell’orizzonte, dove l’ampia appare | |
curva del mare, | 380 |
a noi velate quella bassa vita d’acri pensieri e torbe passïoni, ove serpeggia nella nube fosca la voglia losca. | |
O azzurro arco del ciel, mare di venti, | 385 |
o nevi immacolate, eccelse vette che le stelle specchiate, alti splendori, parlate ai cuori! Limpido l’aere ed è l’anima pura; | |
solenne è l’orizzonte e largo il cuore; | 390 |
la mente ondeggia dal picco romito per l’infinito. E par dal diadema ampio di cime, che s’incurva nevoso e si dilarga, | |
per la terra alitar d’un Dio lo spiro, | 395 |
di giro in giro.
O gloria! Il sole dalla ruota d’oro in un trionfo vivido s’innalza: la fiammante raggiera in ciel distende; | |
la terra accende. | 400 |
Sopra le nebbie, sulle globee nubi, sui vasti ghiacci è tutto un roseo mare; un fuoco spunta sulle cime elette: brillan le vette. | |
E così un giorno con divin saluto | 405 |
il padre Sol quassú t’illuminava, bionda Signora; e il tuo pensier regale drizzava l’ale. Sulla soave maestà del volto, | |
atteggiato di fede, ove il sorriso | 410 |
piú bel d’Italia si disegna, il lume arse del Nume. A Te gentile, a Te benigna e pia apparve allor di prosperosa pace | |
un santo regno, amando ogni fratello | 415 |
l’altro fratello;
e la vermiglia carità si pinse presso la bianca fede in sulla guancia: fulgean dagli occhi meditosi e chini | |
raggi divini. | 420 |
Parve il sol gloriarti, alta augurando sorte alla Prole, e i sottostanti picchi di ghiaccio in festa scintillar cosparsi, e a Te chinarsi. Alfredo Baccelli |