Martedì 12 gennaio 1999    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

El anadimiento del rey Alhaquim

... en Córdova ovo un rey que avía no[m]bre [Al]haquim. Commo quier que mantenía assaz bien su regno, non se travajava de fazer otra cosa onrada nin de grand fama de las que suelen et deven fazer los buenos reys, ca non tan solamente son los reys tenidos de guardar sus regnos, mas los que buenos quieren seer, conviene que tales obras fagan porque con derecho acresçienten su regno et fagan en guisa que en su vida sea[n] muy loado[s] de las gentes, et después de su muerte finquen buenas fazañas de las buenas obras que el[los] oviere[n] fechas. Et este rey non se trabaiava desto, sinon de comer et folgar et estar en su casa viçioso.

L’aggiunta del re Alhaquim

... a Cordova c’era un re che si chiamava Alhaquim. Benché reggesse assai bene il suo regno, non si curava di portare avanti quelle iniziative prestigiose e di grande fama, che i grandi re sono abituati doverosamente ad assumere: perché, non solamente i re sono tenuti a proteggere il regno, ma coloro che vogliono essere grandi re, è necessario che compiano tali imprese per cui accrescano a diritto il loro dominio e agiscano in modo da essere molto lodati in vita e lascino, dopo morti, profonde tracce delle grandi imprese che condussero. E questo re non si curava di tutto ciò, ma si interessava solo di banchetti, di riposo e di starsene in ozio a casa sua.
Et acaesçió que, estando un dia folgando, que tañían antél un estrumento de que se pagara[n] mucho los moros, que a nombre albogón. Et el rey paró mientes et entendió que non fazía tan buen son commo era menester, to tomó el albogón et afíadió en él un forado en la parte de yuso en derecho de los otros forados, et dende adelante faze el albogón muy meior son que fasta entonçe fazía. E accadde che, mentre stava riposandosi, un giorno, suonavano al suo cospetto uno strumento che piace molto ai mori e si chiama ’albogón’. E il re ci pensò su e capì che quello non suonava bene come avrebbe dovuto: prese l’albogón e vi aggiunse un foro nella parte inferiore simmetrico agli altri fori; e, da quel momento, l’albogón produce un suono migliore di quello prodotto sino ad allora.
Et commo quier que aquello era buen fecho para en aquella cosa, porque non era tan grand fecho commo convinía de fazer a rey, las gentes, en manera de escarnio, començaron aquel fecho a loar et dizían quando loavan a alguno: «V.a. he de ziat Alhaquim», que quiere dezir: «Este es el anadimiento del rey Alhaquem».

Don Juan Manuel

E, benché quella fosse un’opera buona in quel campo, poiché non era impresa tanto grande come si conviene ad un re, la gente a mo’ di scherno cominciò ad esaltare quel fatto ed a dire, quando lodavano qualcuno: «Va he de ziat Alhaquim»; che significa «Questo è l’apporto del re Alhaquim».

Trad. Sandro Orlando

Il buq arabo era un lungo corno militare, o, come evidentemente qui, uno strumento ad ancia semplice (buq zamri), progenitore di una sorta di zampogna a doppia canna nota nella Spagna medioevale come albogue e nei paesi baschi come alboquea. Sarebbe troppo ardito tracciare una via che conduce direttamente da questo primitivo cialamello ai moderni legni, ma è bello credere che il foro posteriore - l’aggiunta di Alhaquim - sia il germe del foro portavoce, che ha permesso al nostro clarinetto di scalare le vette delle ottave.
Gloria imbarazzante per questo pigro re, che subito si diede ad imprese per lui più prestigiose, come il completamento della moschea di Cordova. È degno di un re aggiungere un foro a un tubo sonoro? Domanda oziosa, come furono oziose le giornate che ispirarono tanta impresa. In ogni caso, passate alcune generazioni, i discendenti del saggio Conde Lucanor scatenarono contro i discendenti del buon re Alhaquim la prima guerra di sterminio razziale della storia. Anche questa è modernità, ma allora, molto meglio la modernità dell’aggiunta di Alhaquim.


Torna su ^