Giovedì 2 agosto 2001    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

CAPITOLO XIV

Del verbo in generale, suo significato ed uso.

(Gramm., P. II, cap. XVIII)

§ 1. Divisione dei verbi. I verbi, quanto al significato, si distinguono primieramente in transitivi ed intransitivi (Gramm., II, XVIII, 3). I transitivi esprimono un’azione che movendo dal soggetto può passare in un obietto, tale cioè, che può venire sofferta da una cosa o persona, distinte dal soggetto stesso. Gl’intransitivi esprimono un’azione che rimane nel soggetto, non potendo essere sperimentata o sofferta da nissuna altra cosa. Cominceremo da questi, come più svariati.

§ 2. Verbi intransitivi. Gl’intransitivi si riducono alle classi seguenti:

A. verbi, in cui l’azione non è veramente fatta dal soggetto, ma si compie naturalmente in esso, il quale la soffre, e n’è soggetto ed oggetto al tempo stesso: l’azione insomma si riguarda come uno stato del soggetto. Tale è primieramente il verbo essere, e poi tutti quelli che indicano un principiare o un cangiare o un cessare o un manifestarsi od occultarsi dell’essere; p. es. nascere, morire, divenire, apparire, crescere, ringiovanire, invecchiare, spuntare, sbocciare, scoppiare, maturare, mancare, finire ecc. Così pure tutti quelli che indicano fortuna, caso, valore intrinseco e sim.; p. es. avvenire, toccare, costare, appartenere ecc.;

B. verbi indicanti un’azione fatta dal soggetto o istintivamente o volontariamente, ma tale che non esce fuori di esso. Tali sono i verbi di moto dell’animale, come andare, entrare, uscire, venire, correre, volare ecc.; certe operazioni corporali o spirituali: dormire, russare, pranzare, cenare, vegliare, parlare, gridare, abbaiare, mugghiare (e simili voci degli animali); pensare, meditare, riflettere ecc. Si eccettuano quindi i verbi di percezione, che sono transitivi, p. es. sentire, vedere, udire, toccare, fiutare, conoscere, apprendere, considerare, osservare, ascoltare ecc. ecc. Si eccettuano pure mangiare, bere, e i verbi di simile significato, che sono transitivi;

C. verbi, in cui l’azione fatta dal soggetto ritorna sul soggetto stesso, quali sono i riflessivi assoluti (vedi Gramm., P. II, cap. XXV, § 8); accorgersi, vergognarsi, astenersi, ammalarsi, apporsi, lagnarsi, sovvenirsi ecc.

D. verbi impersonali (vedi Gramm., Parte II, cap. XVII, § 1, 2); p. es. lampeggia, piove, tuona, bisogna, basta, accade, sembra, duole, giova ecc.

§ 3. Verbi transitivi. Sono transitivi gli altri verbi; quelli cioè che indicano un’azione, la quale si compie fuori del soggetto, e viene ricevuta da un oggetto come amare, odiare, vendere, comprare, possedere, vincere ecc. L’oggetto può essere ora cosa, ora persona, come vedremo parlando dei complementi.

§ 4. Verbi servili. I verbi volere, potere, sapere, (nel senso di potere), dovere, non appartengono propriamente nè ai transitivi, nè agl’intransitivi (benchè possano entrare nella seconda categoria di questi), ma prendon lor natura dall’infinito espresso o sottinteso, che ne dipende, e per la subordinazione che essi hanno agli altri verbi, erano chiamati dagli antichi grammatici servili. P. es. posso morire, voglio rinascere, sono intransitivi; debbo mangiare, posso scrivere, sono transitivi.

§ 5. Verbi composti. Alcuni verbi intransitivi significanti moto o stato, in composizione con certe preposizioni divengono transitivi, e richiedono un oggetto. Tali sono p. es. pre-venire, pre-cedere, percorrere, pre-correre, rin-correre, sor-montare, tras-andare, rag-giungere (ri, a, giungere), ri-andare ecc. Molti di questi non mostrano chiara in italiano la loro composizione, come p. es. insultare, assalire ecc. Se però la preposizione non altera il significato del verbo, anche il composto rimane intransitivo; p. es. sopravvenire, accorrere.

§ 6. Verbi coll’oggetto sottinteso. Alcuni verbi transitivi prendono un significato intransitivo speciale, quando il loro oggetto è sottinteso; p. es. sciogliere sottint. la fune. Il legno sciolse. Ariosto: rompere in mare, sottint. la nave: apparecchiare, sottint. la mensa (trovai il servo che apparecchiava): sprecare sottint. le sostanze, i denari: amare, sottint. persona di sesso diverso da noi.

§ 7. Verbi di doppio senso. Molti verbi hanno due sensi: il transitivo e l’intransitivo. Eccone alcuni esempii:

albergare. Trans. a te conviene stanotte albergarci. Boccaccio. Intr. Qualunque animale alberga in terra. Petrarca;

annegare. Tr. Molti ne annegarono e ne gittarono in mare. G. Villani. Intr. Annegò nel fiume d’Albula. Lo stesso;

applicare. Tr. Bisogna applicarvi il rimedio. Buonarroti il giovane. Intr. Questa mi fece applicare alle umane lettere. Firenzuola;

ardere. Tr. La luce che m’arde e strugge. Petrarca. Intr. spento il lume che nella camera ardeva. Boccaccio;

crollare. Tr. Crollava il capo e sorridea. Tasso. Intr. Nessuno è così bene radicato nella sua santità che non ne possa, non pur crollare, ma ancora precipitarne. Segneri;

cuocere. Tr. Cuoci a fuoco lento l’acqua ed il mele. Ricett. fiorentino. Intr. Comincia la vivanda a cuocere. M. Aldobrandino.

piegare. Tr. E poi piegò la lettera e la chiuse. Ariosto. Intr. Antonio sostenne i suoi che piegavano. Davanzati;

precipitare. Tr. Queste cose non si possono precipitare. Caro. Intr. Non scese no, precipitò di sella. Tasso;

volgere. Tr. Verso una selva grandissima volse il suo ronzino. Boccaccio. Intr. Or volge, Signor mio, l’undecim’anno Che ecc. Petrarca.

§ 8. A questa categoria appartengono, fra gli altri, i verbi seguenti: avanzare, calare, campare, crescere, disertare, finire, fuggire, girare, gonfiare, guarire, mancare, originare, partire, passare, peggiorare, penetrare, posare, provare, risanare, risuscitare, ritirare, rotolare, rovinare, sbalzare, scampare, scemare, scoccare, scolare, scorrere, seccare, sfogare, sopravanzare, stagnare, stordire, stramazzare, sonare, spirare, terminare, tornare e ritornare, traboccare, variare, vestire ecc. ecc.

§ 9. Molti di questa categoria sono verbi denominativi composti con in, o ad, ra, o rin, i quali transitivamente indicano mettere qualche persona o cosa in uno stato od in un luogo; intransitivamente, entrare in quel medesimo stato o luogo (vedi Gramm., Parte III, cap. X, § 2 e 8); p. es. affievolire, affondare, agghiacciare, aggravare, allentare, annerire, arricchire, imbiancare, impaurire, impoverire, inasprire, incenerire, indebolire, ingentilire, ingrandire, ingrassare, ingrossare, intenerire, intimorire, invecchiare, raffreddare, rinforzare, riscaldare ecc.

aggravare. Tr. Diversa colpa giù gli aggrava al fondo. Dante. – Intr. Io temo ch’egli non aggravi nella infermità. Boccaccio;

annerire. Tr. Ogni unzione annerisce i peli. Boccaccio. – Intr. I capelli anneriscono. Giamboni;

imbiancare. Tr. Dianzi io imbiancai miei veli col zolfo. Boccaccio. – Intr. In un punto .... arrossa (arrossisce) e imbianca. Petrarca;

§ 10. Omissione del si coi riflessivi. Alcuni verbi riflessivi poeticamente omettono il si, restando poi intransitivi; p. es. vergognare, maravigliare per vergognarsi, maravigliarsi. Vedi più oltre nel cap. che tratta dei riflessivi.

§ 11. Verbi con doppia costruzione. Alcuni verbi possono usarsi come transitivi e come intransitivi, senza che si cangi il loro significato: tali sono, p. es. cantare e godere. Tr. Le cortesie, l’audaci imprese io canto. Ariosto. – Intr. Canterò di quel secondo regno. Dante. – Così dicesi obbedire uno, obbedire ad alcuno; servire uno, ad uno ecc. ecc. meditare un libro, e meditare sopra un libro. Di ciò si tratterà più per minuto nella Parte II, a proposito dei complementi.


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