17 Luglio 2000    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Questioni di grammatica italiana

Perché una volta il plurale di principio si scriveva principj?

Stefano Gaburri ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:

Maurizio Pistone wrote:
Sono cadute in disuso le altre soluzioni: principii, principj, pincipî
Volevo chiedere a Maurizio delucidazioni su questa forma "principj" che non ho mai visto; infatti la doppia i che diventa i col circonflesso sarà desueta ma è una forma ben nota, al contrario che una doppia i diventi una i lunga mi sembra quantomeno strano.

L’uso della j in italiano ha avuto varia fortuna. Oggi del tutto abbandonato, a parte alcuni nomi propri, ha avuto in diversi periodi, soprattutto nel ’600 e ai primi del ’900, una certa diffusione, per indicare due fenomeni: il plurale delle parole in -io, l’elemento -i- nei dittonghi.

Nell’italiano secentesco delle gride citate dal Manzoni, troviamo testimonj plurale di testimonio e indizj plurale di indizio:

Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimonj consterà esser tenuto, e comunemente riputato per bravo, et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizj, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo, come di sopra...
(Promessi Sposi, I)

Nelle novelle di Pirandello troviamo spesso guajo e guaj, corridojo e corridoj, granajo e granaj ecc., ed anche jeri ecc. (così mi risulta per esempio da una rapida ricerca nel testo della raccolta di novelle In silenzio fornito da www.liberliber.it).


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