22 Settembre 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Questioni di grammatica italiana

L’uso della d eufonica: ad, ed, od

Su it.cultura.linguistica.italiano Fabio chiede quale sia il nostro comportamento di fronte alle

...forme eufoniche di e, a e o ...

Punto primo. Una lunghissima citazione dal Satta, p. 461:

Due congiunzioni, e, o, e una preposizione, a, consentono l’aggiunta di una d per legarsi meglio alla parola che le segue e che comincia con vocale. Ma è sempre necessario scrivere ed, od, ad? Ripetiamo un consiglio: usare la d quando la vocale iniziale della parola seguente è la stessa: ad andare, ed Europa, od obbligare; non usarla quando la vocale iniziale della parola seguente è diversa: a esempio, e io, o anche; non usarla nemmeno quando, pur essendo la vocale iniziale della parola seguente la stessa, vi sia nei dintorni un’altra d a dar noia all’orecchio: a Adamo, e educato, o odore.
Un consiglio, sia ben chiaro, e non una regola, e nemmeno una regoletta; tanto più che è difficile fare le regolette contro l’uso di un certo Manzoni. Al quale piaceva abolire la d anche davanti a vocale uguale: a accudire, a andare, e esclamò, a aiutarvi.
La verità è che questa consonante detta eufonica appunto per il compito di dare un buon suono alla lettura non ha altra norma che quella dell’orecchio, e in simili sottigliezze l’orecchio può talvolta rimanere indifferente. Addirittura accade che uno scrittore il quale per un pezzo ha avversato la d eufonica cominci a usarla. Giovanni Arpino, per esempio. Prendete ’Un delitto d’onore’ (1961), e vi leggerete a Atripalda, a avanzare, a ascoltarlo, a aiutarla, a avvicinarla, a accarezzarla, a aspettarla, a annuire, a Avellino. Poi prendete ’Una nuvola d’ira’ (1962) e vi leggerete ad accennare, ad Angelo, ad andare, ad accontentarsi. (*)
Sicché è difficile trovare lo scrittore fermo e coerente in un senso o nell’altro. Abbiamo cercato di racimolare un elenco di avversatori e uno di fautori della d eufonica; pare che ne facciano volentieri a meno Mario Tobino, Cesare Pavese, Romano Bilenchi, Giovanni Comisso, Arrigo Benedetti, Carlo Laurenzi, Libero Bigiaretti, Tommaso Landolfi (ma si fa presto a dirlo: questi scrive ad adorare), Indro Montanelli e il già detto Arpino. Con una certa frequenza si trova invece nella prosa di Alberto Moravia, Giuseppe Berto, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia, Italo Calvino, Vasco Pratolini, Carlo Cassola, Paolo Monelli, Raffaele La Capria.

Punto secondo. Visto che Liber Liber mette a disposizione il testo completo dei Promessi Sposi, sono andato a cercare esempi manzoniani nei primi capitoli.

1. La soluzione ad è la più frequente; si trova il più delle volte di fronte a parola iniziante per a, ma non è regola fissa:

Ecc. ecc.

2. Frequente anche la ed, ma quasi sempre di fronte a parola iniziante per e:

Poi bisogna arrivare al cap. XI per trovare:

3. Ho trovato invece un unico caso con od:

Conclusione. Mi sembra che non si possa dare una regola generale; ognuno farà come crede, affidandosi al proprio buon gusto.


Nota


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