- Così il trambusto andava sempre crescendo a quel primo disgraziato forno; perché tutti coloro che gli pizzicavan le mani di fare qualche bell’impresa, correvan là, dove gli amici erano i più forti, e l’impunità sicura. (Promessi Sposi, XII)
- Là non era altro che una, lasciatemi dire, accozzaglia di gente varia d’età e di sesso, che stava a vedere. All’intimazioni che gli venivan fatte, di sbandarsi e di dar luogo, rispondevano con un lungo e cupo mormorio; nessuno si muoveva. (ib. XIII)
Così il Manzoni.
In italiano i pronomi personali conoscono, oltre alla differenza fra la funzione di soggetto e la funzione di complemento, anche quella fra la forma atona e la forma tonica:
mi dice – dice a me
ti dice – dice a te
e così via fino alla terza persona plurale:
gli dice – dice a loro
Se togliamo il gli plurale il sistema rimane zoppo.
(Non è questo invece il caso di le femminile singolare; la distinzione rispetto al maschile singolare gli è più che opportuna, e quindi mi sembra da difendersi.)
Meglio di me chiarisce il DISC:
Come pl. gli (come esito del dativo lat. pl. illis) è assai freq. in quanto forma più chiaramente atona (e quindi proclitica o enclitica) rispetto a loro: I Lombardi e’ Toscani [...] combattendo co’ Fiamminghi, sì gli resistettero (G. Villani); L’esser amati gli è sommamente caro (Della Casa)
D’altra parte, non mi è mai andata giù l’idea che il genitivo illorum > loro abbia più diritto del dat. illis > gli per formare il complemento di termine in italiano.
P. S. Ulteriori conforti in proposito sono giunti giungono da Andrea Nicoletti:
Cito da Giuseppe Pittano I segreti per scrivere bene:Oggi ormai si può scrivere tranquillamente gli invece di loro e a pochi ormai viene in mente di considerarlo scorretto [...] Frequente e non errato è l’uso di gli anche per il femminile le.
[...]
Brancati: «...per via incontrò i vecchi amici, ma ogni volta, dopo cinque minuti di silenzio e di imbarazzo, gli stringeva la mano.»
Pavese: «Cirino m’insegnò a trattare i manzi, a cambiargli lo strame.»
[...]
Carducci: «Gli rappresenta fin dai primi tempi del volgare e rappresenta tuttora l’illis latino, che è comune al mascolino, al femminino, al neutro.»
Soffici: «Ogni volta che incontravo codesta ragazza, la stuzzicavo, come dire, gli davo una gomitata, gli dicevo qualcosa.»