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Dati personali

Lo spunto per questa discussione viene dalla notizia che un ragazzo di una scuola superiore di Parma si è ucciso dopo essere stato bocciato

Confessioni di un bocciato

Nell’anno scolastico 1966/67 frequentavo la terza liceo classico in un istituto torinese di antica tradizione.
Anche in passato non ero mai stato uno studente particolarmente brillante per applicazione e rendimento. Quell’anno poi passai tutti i miei pomeriggi in giro per la città, indaffarato in occupazioni molto interessanti, e, se vogliamo, anche formative, ma che non avevano nulla a che vedere con lo studio. Risultato: mi presentai all’esame che non sapevo una mazza. Fui stroncato senza pietà in tutte le materie (a quei tempi si portavano proprio tutte), e mi trovai a ripetere l’anno.
Fu così che vidi il maggio radioso del ’68 dai banchi del liceo, e non dall’interno dell’Università, come i miei coetanei. Frequentavo, di pomeriggio, Palazzo Campana; ebbi così ugualmente modo di incontrare Guido Viale e Laura de Rossi, Vittorio Rieser e, poco tempo dopo, Adriano Sofri. Qualcuno obietterà che non fu grande acquisto, ma ciò sia detto per esattezza storica.
Divenuto, dopo lungo penare, docente, ho sempre avuto un occhio di riguardo per lo studente sfaticato o distratto verso altre occupazioni. Questo però non mi ha mai impedito di concludere che, mancando certi requisiti indispensabili, l’anno s’ha da ripetere. Certo, non fa piacere. Ma non è una condanna. Non è, come sciaguratamente afferma il padre di quel povero ragazzo di Parma, un «fallimento» (la Repubblica di oggi 31 maggio 1998: non sarà forse anche questa la causa di quella misera fine?).
Semplicemente: quello che non hai fatto in un anno, lo fai in due. Senza l’«aiutino» che invece pare la norma nei concorsi televisivi e negli scrutini finali.
Basta piagnucolare. Basta cercare capri espiatori.
Chiunque insegni da qualche anno può citare decine di casi di ragazzi che, promossi ad una classe superiore con una preparazione inadeguata, hanno poi stentato per tutti gli anni successivi; ed inversamente ragazzi che, opportunamente fermati, si sono irrobustiti, hanno ritrovato energia, e hanno poi proseguito con maggior decisione. Studiate, non copiate, e se dovete ripetere l’anno, non disperate.

31 Maggio 1998

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