Lunedì 19 Giugno 2006    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Una costituzione scritta in piccolo
Appello per il NO

Attenzione! Quest’articolo è stato scritto in occasione del referendum di dieci anni fa. Questa precisazione è dovuta perché sembra che il tempo sia fermato – e che nessuno si ricordi.

Ho diffuso questo appello poco prima del Referendum. Ero molto preoccupato.
Poi, è andata bene; anzi, benissimo. Ma il tentativo c’è stato, e molto pericoloso.


Prima della cura

Art. 70. - La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.


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Dopo la cura

Art. 70. - La Camera dei deputati esamina i disegni di legge concernenti le materie di cui all’articolo 117, secondo comma, fatto salvo quanto previsto dal terzo comma del presente articolo. Dopo l’approvazione da parte della Camera, a tali disegni di legge il Senato federale della Repubblica, entro trenta giorni, puo’ proporre modifiche, sulle quali la Camera decide in via definitiva. I termini sono ridotti alla meta’ per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge. Il Senato federale della Repubblica esamina i disegni di legge concernenti la determinazione dei principi fondamentali nelle materie di cui all’articolo 117, terzo comma, fatto salvo quanto previsto dal terzo comma del presente articolo. Dopo l’approvazione da parte del Senato, a tali disegni di legge la Camera dei deputati, entro trenta giorni, puo’ proporre modifiche, sulle quali il Senato decide in via definitiva. I termini sono ridotti alla meta’ per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge. La funzione legislativa dello Stato e’ esercitata collettivamente dalle due Camere per l’esame dei disegni di legge concernenti le materie di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), e 119, l’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 120, secondo comma, il sistema di elezione della Camera dei deputati e per il Senato federale della Repubblica, nonche’ nei casi in cui la Costituzione rinvia espressamente alla legge dello Stato o alla legge della Repubblica, di cui agli articoli 117, commi quinto e nono, 118, commi secondo e quinto, 122, primo comma, 125, 132, secondo comma, e 133, secondo comma. Se un disegno di legge non e’ approvato dalle due Camere nel medesimo testo i Presidenti delle due Camere possono convocare, d’intesa tra di loro, una commissione, composta da trenta deputati e da trenta senatori, secondo il criterio di proporzionalita’ rispetto alla composizione delle due Camere, incaricata di proporre un testo unificato da sottoporre al voto finale delle due Assemblee. I Presidenti delle Camere stabiliscono i termini per l’elaborazione del testo e per le votazioni delle due Assemblee. Qualora il Governo ritenga che proprie modifiche a un disegno di legge, sottoposto all’esame del Senato federale della Repubblica ai sensi del secondo comma, siano essenziali per l’attuazione del suo programma approvato dalla Camera dei deputati, ovvero per la tutela delle finalita’ di cui all’articolo 120, secondo comma, il Presidente della Repubblica, verificati i presupposti costituzionali, puo’ autorizzare ii Primo ministro ad esporne le motivazioni al Senato, che decide entro trenta giorni. Se tali modifiche non sono accolte dal Senato, il disegno di legge e’ trasmesso alla Camera che decide in via definitiva a maggioranza assoluta dei suoi componenti sulle modifiche proposte. L’autorizzazione da parte del Presidente della Repubblica di cui al quarto comma puo’ avere ad oggetto esclusivamente le modifiche proposte dal Governo ed approvate dalla Camera dei deputati ai sensi del secondo periodo del secondo comma. I Presidenti del Senato federale della Repubblica e della Camera dei deputati, d’intesa tra di loro, decidono le eventuali questioni di competenza tra le due Camere, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti, in ordine all’esercizio della funzione legislativa. I Presidenti possono deferire la decisione ad un comitato paritetico, composto da quattro deputati e da quattro senatori, designati dai rispettivi Presidenti. La decisione dei Presidenti o del comitato non e’ sindacabile in alcuna sede. I Presidenti delle Camere, d’intesa tra di loro, su proposta del comitato, stabiliscono sulla base di norme previste dai rispettivi regolamenti i criteri generali secondo i quali un disegno di legge non puo’ contenere disposizioni relative a materie per cui si dovrebbero applicare procedimenti diversi.


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Una costituzione scritta in piccolo

Io ho letto più volte la Costituzione italiana. Almeno due o tre volte il testo completo, molte più volte singoli articoli o gruppi di articoli.

La Costituzione è allegata ai manuali di diritto delle scuole superiori. Era allegata ai testi di Educazione Civica, quando esisteva l’Educazione Civica.

Ed è giusto che sia così, perché la Costituzione è scritta per i cittadini, non per i legulei di professione. La Costituzione che avevamo dal 1948 era, in primo luogo, una Costituzione ben scritta. Una Costituzione fatta da gente che sapeva esprimersi in buona lingua italiana.

Ora tutto questo sparirà.

La prima cosa che salta agli occhi dalla costituzione riformata dagli azzecca-garbugli della destra, è che si tratta di un testo perfettamente illeggibile. È della stessa qualità dei plichi di carte scritte in caratteri minuscoli che firmiamo quando sottoscriviamo un’assicurazione, o apriamo un conto corrente. Quelle carte che nessuno legge mai, ma che ti dicono di firmare. Solo che la costituzione della destra è molto più lunga.

Se prevarrà il sì, nessuno saprà più come funziona lo Stato. Nessuno saprà più quale lavoro andranno a fare coloro che noi eleggiamo ogni cinque anni per governarci, a cui affidiamo la sovranità che appartiene solo a noi, Non sarà più affar nostro. Al massimo, ci forniranno dei bignamini più o meno tendenziosi, dicendoci: fìdati.

Non so quanto questo risultato sia intenzionale, quanto sia il risultato di deformazione professionale della torma di avvocaticchi che avevano occupato gran parte dei seggi parlamentari nella passata legislatura, quanto invece derivi da semplice insipienza - mettersi a riformare la Costituzione senza neanche sapere che cosa dovrebbe essere una Costituzione.

In ogni caso il testo che abbiamo sotto gli occhi rappresenta il vertice di quel misto di furbizia e stupidità, di formalismi e di sciatteria che ha segnato i momenti peggiori della storia d’Italia.


Difendete la lingua dei nostri Padri, difendete la Patria. Votate NO.


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