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Notizie dalla Caienna
Esami di Stato (si fa per dire) 2001-2002
(settima puntata)

2 Luglio 2002

7. Plichi e ricordi

Quando parlano di questo nostro mondo caraìbico, i giornali italiani spesso usano l’espressione sprezzante e vagamente razzista "Repubblica delle Banane". Capisco che dal punto di vista di un paese dominato dall’efficienza aziendale e dalla produttività manageriale, come il vostro, alcune peculiarità della nostra società creola possano sembrare curiose. Ma la realtà, come si dice, è più complessa.

Venerdì 29 giugno sono andato a prendere la busta delle II prova suppletiva. Pedalando sotto il sole tropicale, sono arrivato al CSA (un casermone che tutti continuano a chiamare Provveditorato) dove ho incontrato un’altra ventina di docenti dall’aria stanca e sfatta, provenienti dalle varie province dell’arcipelago (camicie fuori dai pantaloni, barbe lunghe, bretelline sfilacciate su spalle ossute e sudaticce, gonne penzolanti come velacci nella bonaccia). Ci sono i plichi? Non ci sono ancora, sono andati a prenderli all’aeroporto, arriveranno fra un po’. Per adesso cominciate a salire a due per volta, così prendono i vostri dati.

Dopo una mezz’oretta è arrivato il corriere, con il fascio delle buste. Consegna, firma di un verbalino in duplice copia, più un doppio verbalino per il Commissariato. Altra pedalata fino al Commissariato. Consegna del plico al piantone, firma di altri due verbalini. Attenzione che lì c’è scritto consegna il 1º luglio, ma noi abbiamo solo una seconda prova, dovete portarla il 2, mi raccomando, corregga, c’è scritto anche bello grosso sulla busta (parole al vento: la busta ci è stata recapitata lo stesso il 1º luglio).

Totale: un mezzo pomeriggio.

E l’ICI? Adesso devo pagare l’ICI di mia madre. No, una fila troppo lunga alla Posta. Troppo caldo. Vado a casa. Cerco so Gùgghel, trovo il sito del concessionario della riscossione, pago l’ICI con la carta di credito. Meno di dieci minuti.

Ecco a che cosa serve l’Internèt, non a rivoluzionare la didattica, come dicevano quei fumati dell’altro governo. Non a copiare i compiti, come credono le signore del circolo della canasta a cui il Barracuda ha affidato la riforma della scuola. Solo a fare in fretta delle cose che in altri modi potrebbero andare per le lunghe.

Nella stessa giornata, un rituale antiquato e ridondante, ed un’operazione resa semplicissima dalla tecnologia. Voi, nel mondo dell’Inglese, dell’Internèt e dell’Impresa, forse non lo capite, ma sono questi contrasti che rendono inimitabile e affascinante la nostra fantasiosa gente latina.


Come stanno andando gli orali? Com’era prevedibile. No, un po’ meglio del prevedibile. In maggioranza i nostri privatisti raggiungono un livello almeno decoroso. Le migliori sono alcune signore non più giovanissime, che hanno fatto la scuola per Infermiere Professionali quando era sufficiente il biennio delle superiori, e adesso hanno bisogno di un diploma. Sarebbe stato più sensato equiparare il diploma di Infermiera Professionale ad un diploma di scuola superiore; ma il governo era troppo occupato a spandere scudi fiscali e condoni d’ogni genere, non s’è proprio ricordato delle infermiere. Sono tutte persone serie, si sono preparate per questa fatica che, sinceramente, appare un po’ come un’inutile vessazione.

Gli altri, quelli che non si capisce bene né che scuole hanno fatto, né perché sono qui a dare quest’esame, sono più vari. Non manca qualche autentica sagoma. Una è arrivata con una tesina traballante (la Guerra Fredda e Ungaretti: che ci azzecca? mah, non sa bene neanche lei); si è difesa con esiti alterni nelle altre materie, poi durante l’interrogazione di Economia Domestica (ricordate che sono qui per prendere un diploma da Capo Cambusiere) le è stato chiesto di parlare dell’uovo. "L’uovo?" ha esclamato, con un’espressione tra il divertito e lo stupefatto. "Beh, sì, c’è nel programma, i vari tipi di alimenti..." "Ah ah, non mi aspettavo proprio un domanda così... L’uovo! Ma pensa!" Alla fine se n’è andata un po’ offesa.

Tra credito e scritti arriva a 40, per passare le basterebbe un 20 all’orale, un’insufficienza non grave. Vedremo cosa deciderà la Commissione.


Per gli amanti dei bei ricordi. Noto adesso che sulle buste delle prove c’è ancora scritto Ministero della Pubblica Istruzione. Peccato che si debbano lasciare, mi piacerebbe portarne via una, insieme con un mozzicone di ceralacca, una matita rossa e blu.

[A seguire]


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