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A pag. 50, dopo la lin. 24:
quando si sottintende il verbo essere: P. es. Lui ricco, lui giovane, lui rispettato, lui corteggiato. Manzoni.
A pag. 120, dopo la linea 11:
Dopo ciò, e dopo questo, cotesto, quello usati in senso generico, si deve usare che e non il quale: p. es. ciò che io vi dico, è vero: non affermate quello che non sapete:
A pag. 179 dopo la lin. 13.
Si può usare, specialmente in poesia, il passato remoto dove il senso richiederebbe il trapassato prossimo. P. es. Pure alfin si levò da mirar l’acque – E ritornò dove la notte giacque – cioè, era giaciuta.
A pag. 214, dopo la lin. 30:
Spesso nella proposizione formata dal participio assoluto si inserisce il soggetto della proposizione principale. P. es.
Date Ferdinando due fiancate al suo cavallo, si portò diritto al Generalissimo de’ Messicani – Corsini. Occupata Niccolò la Romagna, lasciò quella in guardia a Francesco suo figliuolo. Machiavelli; dove si può sottintendere avendo (avendo occupata ecc.).
A pag. 242, dopo la parola Grossi nella lin. 10:
Si può per altro usare anche il singolare: P. es.: Si perde assai spesso il caro amico e diviensi tedioso alle persone. – Casa.
A pag. 253, dopo la lin. 6:
Nell’uso fiorentino dicesi anche: questo ch’è qui, quello ch’è lì o là. P. es. Io già serviva voi altri, ed ora questo famiglio ch’è qui, serve me e governa questo cavallo. Vasari.
A pag. 366, dopo la lin. 8:
Quindi non è da ammettersi l’uso dell’infinito con di, quando il soggetto cambia. P. es. Kant nega al tutto di potersi dimostrare colla ragione teoretica la verità della religione cristiana. Rosmini. – Voi avete inteso dire di aver questa fatto cambiare la faccia della scienza filosofica. Galluppi: ne’ quali esempi doveva regolarmente espellersi il di, lasciando solo l’infinito seguente.