Domenica 4 novembre 2001    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

CAPITOLO XXII

Uso del gerundio.

(Gramm., P. II, cap. XVIII, § 15).

§ 1. Natura del gerundio. Il gerundio è un nome verbale che corrisponde ad un complemento avverbiale, e racchiude quindi il senso di una intera proposizione; onde non si usa mai come vero nome, nè può mai sostantivarsi. Ha due tempi, il presente (gerundio semplice) ed il passato (gerundio composto): lodando, avendo lodato; essendo lodato, essendo stato lodato: i quali differiscono tra loro perchè il primo denota azione in atto, il secondo azione in effetto, potendosi del resto riferire tanto ad un tempo presente, quanto ad un passato o ad un futuro.

Si può adoperare in due modi: come dipendente dal soggetto della proposizione principale, e come indipendente da esso, od assolutamente.

Quando dipende dal soggetto della proposizione principale può usarsi o come complemento, o come proposizione tanto coordinata, quanto subordinata.

§ 2. Il gerundio come complemento determina un verbo e fa le veci d’una frase avverbiale, p. es. venire correndo (a corsa), insegnando (coll’insegnare) s’impara. C’intenderemo meglio parlando che scrivendo (a voce che per iscritto). – Ambo (ambedue) i vestigi suoi cerchiam piangendo (con pianto). Casa. – Rammentate ai vostri che vincendo a Benevento (col vincere) ricuperano la desiata patria. Guerrazzi. – Ritornò su nuotando (a nuoto). Boccaccio.

Come complemento del verbo mandare è molto frequente negli antichi, ma raro nell’uso moderno: Al re Guglielmo mandò significando (a significare) ciò che fare intendeva. Boccaccio. – Mandolla pregando (a pregare) che le dovesse piacere di venire. Boccaccio.

Come predicato ai verbi stare, andare, venire ecc. (Vedi addietro, cap. XVI, § 22-24).

Il gerundio come complemento avverbiale era anticamente costruito con la preposizione in. – Io comincerò da .... quello che si convenga fare, per potere in comunicando ed in usando colle genti, essere accostumato e piacevole, e di bella maniera. Casa. – Disse, e il caso in narrando aggrava molto. Tasso.

§ 3. Come proposizione implicita il gerundio semplice o composto denota le circostanze, date le quali o per le quali si compie l’azione principale. In questi casi il gerundio semplice sostituisce il participio presente, che adopravano le lingue antiche (vedi capitolo precedente § 2). Il gerundio composto invece può venir sostituito dal participio assoluto, sopprimendo l’ausiliare del gerundio stesso (vedi cap. precedente, § 12). La donna vedendolo (che lo vedeva) così attentamente leggere, tacitamente ciò considerando (mentre considerava) n’era molto lieta, sperando (perchè sperava) che gli gioverebbe a edificazione della sua mente. Belcari. – Gli uomini compiacendosi insaziabilmente di riguardare e di considerare il cielo e la terra, maravigliandosene sopra modo e riputando l’uno e l’altra bellissimi .... pascendosi oltre a ciò di lietissime speranze, e traendo da ciascun sentimento della loro vita incredibili diletti, crescevano con molto contento e con poco meno che opinione di felicità (qui i gerundii danno la ragione della contentezza degli uomini, e si potrebbero risolvere o con proposiz. relative «che si compiacevano ecc.» o con proposizioni causali «poichè si compiacevano ecc.»). Leopardi. – (Lisandro) avendo fatto ribellare al suo signore Mitridate .... lo condusse ad Agesilao (sopprimendo l’ausiliare avendo, si sostituisce il participio assoluto). Adriani. – Essendo Il fervente Giovanni co’ suoi poverelli pervenuto ad Asciano ecc. (sopprimendo l’ausiliare potea dirsi: Pervenuto il fervente Giovanni ecc.) Belcari.

Quindi il gerundio può, come il participio, far le veci di varie proposizioni, del che sarà parlato nella P. II.

§ 4. Il gerundio indipendente o assoluto comprende una proposizione avverbiale (per lo più di tempo o di causa) affatto sciolta grammaticalmente dalla proposizione principale. Il soggetto, quando vi è, si pospone sempre al gerundio, e se fosse un pronome di doppia forma, si adoperano nella prima e seconda persona le forme soggettive io, tu; nella terza persona anche le oggettive (lui, lei, loro) (io, tu, egli ecc.). Veggendolo io consumare, il mio duro proponimento si sarebbe piegato. Bocc. – Se per isciagura, essendoci tu, ce ne venisse alcuna (delle male brigate), e’ ti farebbono (farebbero) dispiacere e vergogna. Bocc. – Essendo egli cristiano, io saracina ecc. Ariosto. – Io avea già i capelli in mano avvolti. E tratto glien avea più d’una ciocca Latrando lui con gli occhi in giù raccolti. Dante. – Passando in quel tempo di là un nobile uomo, nomato conte Ricciardo, egli si dimorò più giorni col Vescovo. Casa. – Quando tempo gli parve di dover verso Verona tornarsi, pregandolo il Conte ed accomiantandolo, con lieto viso gli venne dolcemente così dicendo. Casa. – Alla fine, avendolo messer Filippo ben battuto ed essendogli molti d’intorno .... glielo trasser di mano così rabbuffato. Boccaccio.

Nei verbi impersonali e quando l’azione significata dal gerundio non venga riferita a nessuno in particolare, il gerundio assoluto manca di soggetto, p. es. lo farò volentieri, occorrendo (cioè, se occorrerà) p. es. Generalmente parlando, gli uomini sono avversi alla fatica. – Volgarmente giudicando, l’andare al patibolo è la peggiore delle morti. Pellico.

§ 5. Gerundio sottinteso. Spesso il gerundio composto omette l’ausiliare, restando il solo participio passato, come apparisce in alcuni casi, i quali si può spiegare col sottintendere avendo o essendo. Il cavaliere veduto (avendo veduto) la bellezza della fanciulla, si accese. Machiavelli. – Tolto (avendo tolto) delle pietre della montagna e gittatosele dopo le spalle, restaurarono la specie umana. Leopardi. – Datogli una voce dalla strada, lo fece affacciare alla finestra. Manzoni. – In questo punto si trovarono sopra la città di Londra, dove scesi (essendo scesi) e veduto (avendo veduto) gran moltitudine di gente concorrere alla porta d’una casa privata, messisi (essendosi. messi) tra la folla, entrarono nella casa. Leopardi. – Il custode condottomi (avendomi condotto) nella stanza a me destinata, si fece da me rimettere orologio, danaro ecc. Pellico. – Intanto che il castellano mandava pel fatto loro i vassalli, il conte e la contessa, licenziato (avendo licenziato) anch’essi ogni molesto testimonio, eran rimasti soli. Grossi.

Alcuni grammatici spiegano così anche quei casi che noi risguardammo come participii assoluti (vedi cap. precedente, § 12). Trovato il ronzino della giovane equivarrebbe pertanto ad avendo trovato ecc. Venuto a morte Teodosio equivarrebbe ad essendo venuto ecc. Se ciò fosse vero, non si avrebbero mai participii assoluti, ma soltanto gerundii assoluti. (Vedi però il Diez Grammatik der romanichen Sprachen, lib. IV, cap. VIII, in fine).

Presso gli antichi si trova anche il gerundio a maniera di complemento predicativo ad un sostantivo (da esprimersi col relativo che). Qui trovarono i giovani giocando (che giocavano). Boccaccio. – Trovato Ruggieri dormendo (dormente, che dormiva). Boccaccio. – Ma è maniera affatto fuori d’uso nella prosa, e che porterebbe equivoco. Potrebbe usarsi qualche volta in poesia come felicemente l’usò il Tasso: Fra i suoi duci sedendo il ritrovaro; per sedente.


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