Domenica 4 novembre 2001    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

CAPITOLO XIX

Uso del congiuntivo.

§ 1. Congiuntivo. Il modo congiuntivo denota l’azione, o lo stato, come possibili assolutamente, senza sottoporli ad una data condizione. Ha quattro tempi, due che si riferiscono al presente; due che al passato; e così dei primi come dei secondi l’uno esprime azione in atto, l’altro azione in effetto.

§ 2. Il presente e il passato del congiuntivo (attiv. lodi, abbia lodato; passiv. sia lodato, sia stato lodato) denotano l’azione come possibile ad avverarsi, senza affermare che ci sia nulla in contrario. Si adoperano dunque:

in senso d’imperativo (vedi cap. preced., § 1) per le persone prima plurale, e terza tanto singolare, quanto plurale. Andiam, chè la via lunga ne sospinge. Dante. – Rivolgiamo ora gli occhi verso i passati imperatori. Casa. – Osservi, signor marchese mio caro, osservi questa particola molto appiccata al superlativo; e sappia che questa è una delle finezze della lingua toscana. Redi – Mi corregga pure, mi riprenda, se non so parlare come si conviene. Manzoni. – Costui paventi L’augusta maestà del tuo cospetto. Parini. – Faccian le bestie fiesolane strame Di lor medesrne (medesime), e non tocchin la pianta. Dante:

in senso di augurio o d’imprecazione. Vagliami il lungo studio e il grande amore Che m’han fatto cercar lo tuo volume. Dante. – Pur sia lodato chi ti mandò una volta. G. Gozzi. – Dio vi guardi, il suo angelo vi accompagni. Manzoni. – Possano questi secoli non essere rammentati nella storia. Guerrazzi. – Sia maledetto chi tal legge pose, E maledetto chi la può patire. Ariosto:

in senso di concessione per es. sia che vuol essere, sia pure. – Parli chi vuole in contrario. Boccaccio. – Siano grandissimi quanto si voglia i delitti commessi, siano inestimabili ecc. Guicciardini.

§ 3. L’imperfetto ed il trapassato (attiv. lodassi, avessi lodato ecc.; passiv. fossi lodato, fossi stato lodato) denotano l’azione come stata possibile nel passato o tuttora possibile, ma senza speranza che si avveri. Si adopera dunque:

in senso di rammarico, pentimento, vano desiderio (modo detto dai grammatici ottativo). Volesse Iddio che t’avesse dato tal cuore! Latini. – Oh dolcissime voci che mi suonano intorno! Almen vedess’io da chi sono esse formate! G. Gozzi. – Oh, tu dicessi il vero! Niccolini:

in senso di rimprovero per cosa che si doveva o non si doveva fare. S’io non ti piacevo, non mi avessi tolta. Cecchi. – Io non ti darò un danajo (denaro); avessili tolti (li avessi presi, dovevi prenderli) quando io te li volli far dare. G. Fiorentino.

§ 4. Particelle premesse al congiuntivo. Si premettono spesso al congiuntivo:

la particella che negli augurii, imprecazioni ecc. Che maledetta sia l’ora ch’io prima la vidi! Boccaccio. – Che benedetto sia tu da Dio! Boccaccio

la particella così, e talora se nei desiderii – Così cresca il bel lauro in fresca riva ecc. Petrarca. – Vedi bel ciottolo! così giugnesse testè nelle reni a Calandrino! Boccaccio. – Se tu avessi veduto quel suo volto! Grossi. – Se m’ajuti Iddio, tu se’ povero. Boccaccio.

§ 5. I tempi del congiuntivo si usano anche nelle supposizioni in forma disgiuntiva: Così di messaggier fatto è nemico, Sia fretta intempestiva o sia matura. Tasso. – Tutti, o lo avessero già visto o lo vedessero per la prima volta, lo guardavano estatici. Manzoni.

§ 6. Il congiuntivo nelle proposizioni subordinate. Il congiuntivo è di sua natura un tempo dipendente e complementare, e perciò il suo vero luogo è nelle proposizioni subordinate. Del vario uso di esso in quelle parleremo nella seconda parte. Qui notiamo che, anche quando si usa come assoluto, considerandolo bene, lascia sottintendere una proposizione principale, da cui ai potrebbe far dipendere. Il congiuntivo in forza d’imperativo suppone una frase simile a questa: voglio che. Nelle preghiere, negli augurii, nei desiderii ciò si fa chiaro anche dalle particelle che, così, le quali formano, come a dire, l’addentellato d’altra proposizioni sottintese. Che tu sia benedetto, cioè io voglio, io desidero, io prego. Così quel palazzo fosse mio! sottint. come io lo desidererei. Se ha il senso di così, e probabilmente deriva la una voce latina (sic) equivalente appunto a così.


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