19 Febbraio 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Storia della lingua italiana

Che cosa sappiamo della lingua longobarda e dei suoi rapporti con l’odierno italiano?

Su it.cultura.linguistica.italiano Angelo Lupi ha scritto:

...esiste qualcosa sulla lingua longobarda e sui suoi rapporti con l’odierno italiano?

Riporto sinteticamente qualche notizia da un vecchio libretto del Bonfante.

Noi non abbiamo conoscenze dirette del longobardo, nel senso che non ci è arrivato nessun testo scritto in quella lingua. A quei tempi, i pochi che sapevano scrivere scrivevano in latino. L’unica lingua germanica antica che ci sia sufficientemente nota è il gotico.
Per quanto riguarda il longobardo, dobbiamo accontentarci dell’onomastica (per alcuni secoli, a parte qualche raro Paolo, tutti i nomi di persona sono germanici: Alighieri, Gualtiero, Guglielmo ecc.), della toponomastica, e di alcuni termini inseriti all’interno di un contesto latino: come guidrigildo, faida ecc.
Da tutti questi indizi, si può concludere che il tratto più caratteristico del longobardo era la seconda rotazione germanica, che lo avvicina al moderno tedesco. Così trincare (ted. trinken ingl. to drink), palla <> balla, palco <> balcone, panca <> banca, Ruperto <> Roberto, (Val)perga <> borgo; ma se la rotazione è segno sicuro di origine longobarda, non sempre la sua mancanza indica parola franca o gotica.

Il longobardo ha avuto una grandissima influenza sullo sviluppo della lingua italiana, a nord come a sud: non dimentichiamo la Longobardia Minor, cioè i ducati longobardi di Spoleto e Benevento, che sono sopravvissuti fino all’arrivo dei Normanni. Ma anche a Venezia, a Roma e a Palermo, cioè là dove i longobardi non hanno mai messo piede, si dice guerra e non bellum.

L’influenza delle lingue germaniche sulle moderne lingue romanze, e quindi del longobardo sull’italiano, è stata così forte da introdurvi non solo numerosi vocaboli, ma anche delle regole grammaticali; pensiamo per esempio all’uso degli infiniti preceduti da preposizione (comincio A parlare, finisco DI mangiare), uso che è sconosciuto al latino, e che è tipico delle lingue germaniche (inglese to + inf, tedesco zu + inf.).


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