7 Febbraio 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

La lingua alla moda

A proposito di faccine

C’è stato tempo fa un po’ di battibecco su it.cultura.linguistica.italiano, a proposito dell’etimologia di sudicio. Qualcuno ha voluto scherzare (in modo un po’ greve, bisogna dire); qualcun altro ha preso lo scherzo alla lettera, e s’è risentito: poco mancava che ne chiedesse, come si diceva una volta, soddisfazione.
Anche a me è capitato di inserire qualche frase scherzosa (almeno nelle mie intenzioni) in qualche mio messaggio, e di ricevere richieste di spiegazioni.
Dovevo mettere le faccine?
Questa delle faccine è una mia spina. Sinceramente non so come giudicarle. Mi piacciono, non mi piacciono, le uso non le uso? Sì, no, non so.
Certo, sono un’innovazione creativa; anche se le possibilità di combinazione sulla tastiera sono limitate.
Sostituiscono, nella comunicazione scritta, l’espressione del volto, l’inflessione della voce.
Avvertono quando si scherza... Ed è questo che mi trattiene. Mi fanno venire in mente quelli che fanno una battuta un po’ inopportuna, poi, per aggiustare le cose, aggiungono: «Scherzavo!» E giù una pacca sulle spalle. Quelli che raccontano barzellette, poi ti danno una gomitata nelle costole e dicono: «Buona, eh?»
Peggio ancora: i telefilm con risata incorporata; che mi sono sempre sembrati un po’ offensivi, oltre che fastidiosi; come se uno fosse così scemo da non saper neppure ridere per conto suo.
No, continuerò a non usare le faccine.


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