15 Settembre 1999    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Questioni di grammatica italiana

Si può usare gli (a lei) al posto di le?

Io ho sempre evitato, e insegno ad evitare, l’uso di gli come complemento di termine femminile singolare, al posto di le. Quest’ultimo uso può però essere difeso con ottimi argomenti, come fa Gianfranco Boggio-Togna:

Non c’è dubbio che l’uso di gli per le sia dovuto, nella maggior parte dei casi, a semplice ignoranza. Questo tuttavia non significa che si tratti di forma in sé «brutta e rozza»; al contrario, è forma scelta, con impeccabili credenziali.
Racconta Leo Pestelli in Parlare italiano:

Un terzo punto di lingua toccato dal Nostro [Carducci] è d’importanza capitale, perché a proposito di esso una quantità di innocenti continuano a cadere sotto i rigori d’una balorda severità. Nel luglio del ’71 il solito Fanfani mandò a stampare nel Monitore pisano che lo scambio della particella pronominale Gli per Le «è sproposito manifesto». Il Carducci che quello scambio soleva fare, avendo in Pisa il suo caro Tribolati, gli mandò una lettera che fu tanta manna per La Sveglia, concorrente del Monitore.
Fermato che i Classici, cominciando dal Boccaccio, passando per il Machiavelli, venendo al Galilei, scrissero gli al terzo caso del numero del meno in genere femminile; fermato che il popolo di Toscana in tutte le sue parlate e il popolo d’Italia in molti dialetti fa lo stesso, «ci vuol tanto», incalzava, «a sapere che gli non rappresenta null’a fatto il terzo caso dell’ella o del la per una parte o dell’ello o dell’il per un’altra, i quali pronomi non hanno casi obliqui, ma che rappresentò fin da’ primi tempi del volgare, e rappresenta tuttavia, l’illi dativo latino di cui è aferesi, l’illi latino che è comune al mascolino al femminino al neutro e ad altri generi se ve n’ha?»
Salì al sommo la tiratura della Sveglia ma non per questo fu mai smesso il vizio magistrale di segnare di turchino gli per le. E come non sarebbe, se anche lo scambio gli per loro, il quale si sostiene anche meglio, continua a dover essere difeso?

Gerhard Rohlfs, nella sua Grammatica storica, scrive:

Al femminile l’italiano usa di norma le, da un (analogico) illae ... Ma poiché illi valeva in latino anche per il femminile, la forma gli ha conservato anche significato femminile. L’uso di gli per entrambi i generi è caratteristico del toscano. Fra gli antichi scrittori il Boccaccio, contrariamente a Dante, non si perita d’usar questa forma: cfr. «di grazia chiese che la sua infermità gli mostrasse» (Decam. 3,9)

Del resto, non si usa forse glielo dissi sia per «lo dissi a lui» sia per «lo dissi a lei»?


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